Vally “IL VERDETTO SULLA PELLE”

Mi hanno appena operato. Intravedo il mio neo sul fondo della provetta per l’ esame istologico ed ho la netta sensazione che, da adesso in poi, le rotte della mia vita dovranno orientarsi secondo una nuova rosa dei venti. Non più quattro punti cardinali, ma uno solo, punto unico Kardinale, ovvero il Fattore K: da qui transiterò per le mille strade che mi indicherà , senza poterne eludere mai nessuna; un immeritato  ponte levatoio inesorabilmente sollevatosi alle spalle, che mi lascerà impotente sull’ altra riva del fossato. Mi sento come una farfalla che, finita sul fondo di una bottiglia, sbatte spaventata contro il vetro nella speranza di poterne uscire: ma dal regno di Fattore K non si torna più indietro, anche se si ha l’onore di poterlo raccontare, come nel mio fortunato caso.

Cinque giorni dopo l’ intervento sono già tornata al posto di combattimento ( fa anche rima!).

Guido per andare ad una riunione,  quando l’abbaio del mio cellulare echeggia nell’ abitacolo della mia super intelligente  macchina che risponde per me.

Il viva voce diffonde le parole del serissimo dermatologo.

“Melanoma”.

Pausa.

“Me lo aspettavo” rispondo, senza provare il benchè minimo stupore di fronte alla parola più importante della mia vita.

“Dobbiamo programmare un secondo intervento, per fare una pulitura radicale nella zona in cui abbiamo già levato il neo, questa volta però non sarò io ad operare” mi avverte.

“Voglio il miglior bisturi d’Italia”  ascolto la mia voce che non è più la mia.

“Lo avrà.”

Chiudo la telefonata ed accosto la macchina.

Guardo fuori dal finestrino, mi accorgo solo allora di che colore sia il cielo. Le nubi sono alte e luminose.

Le tante macchine che mi sfrecciano accanto non sapranno mai cosa é appena accaduto in quella  ferma nella corsia di emergenza. Poggio la testa contro il vetro e per un attimo, il primo della mia vita in diciassette anni di lavoro, gli impegni dei prossimi centoventi minuti non sono una priorità vitale.

“..Meno male che non ho figli..” la mia prima riflessione  ufficialmente giunta nel regno di K. La vocazione alla maternità  mi alletta meno di un autovelox dietro una curva, eppure questa è la prima minchiata che mi viene in mente.

Che buffo, non so quanto tempo ho prima di trasformarmi in concime da orto e penso alla fortuna di non lasciare nessuno in difficoltà per la mia ipotetica  dipartita anticipata .

Che buffo, una vita in mezzo alle medicine e mi faccio venire un tumore per il quale farmaci e radioterapia sono una probabilità, non una certezza .

Non è un caso, forse.

Riaccendo il motore. Non voglio fare tardi alla riunione, nemmeno oggi.

Mi asciugo gli occhi, e guardandomi nello specchietto mi sembro la sorella povera del cantante dei Kiss, per quanto rimmel sia scolato insieme alle lacrime sulla pelle del viso.

Già… sulla pelle, quel foglio le cui pieghe stanno raccontando una vita e sul quale ho visto scritto a tradimento il mio verdetto.

(Continua)

(per fortuna…)

8 pensieri su “Vally “IL VERDETTO SULLA PELLE””

    1. Cara Sabrina, Ti ringrazio molto delle tue parole: il senso del blog è proprio questo, raccontarvi la mia storia e portarvi un’ emozione che ci faccia sentire tutti più vicini💖

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